Quali tipi di pinze non devono mai mancare nella tua officina?
I tipi di pinze necessari in officina sono differenti, diversi. Cosa significa? Semplice, questo strumento ha una serie di versioni e varianti utili per decine di lavori differenti. Ci sono quelle che usano gli elettricisti ma anche i modelli specifici per compiere dei lavori particolari e che non potresti svolgere senza l’attrezzo specifico.
Quando vuoi completare la tua cassetta degli strumenti da lavoro o la parete attrezzata del garage assicurati di avere almeno un paio di questi tipi di pinze indispensabili per poterti muovere nel fai da te, nel bricolage e nei lavori di manutenzione per casa, auto e moto senza dover dipendere da un meccanico professionale.
Gli argomenti del post
Tronchesi per tagliare
Tra le diverse tipologie di pinze da tenere in garage troviamo anche i classici modelli per tagliare oggetti più o meno resistenti. Passiamo dalle classiche tronchesine per separare cavi elettrici e filo filato ai modelli a torre con leve lunghe (le classiche tenaglie) per recidere viti e perni. Per poi arrivare alle tagliabullone con doppia leva.
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Pinze multiuso o da elettricista
Continuiamo la lista con i tipi di pinze con questo modello multifunzionale o multiuso. Sono una soluzione classica, con due cesoie contrapposte dotate di lame per tagliare fili ma anche ganasce per stringere o allentare bulloni.
Alla fine trovi due aree piatte per afferrare ciò che deve essere spostato, tirato o inserito. Sono le classiche pinze multiuso che trovi in qualsiasi box o garage con parete attrezzata: di solito le maniglie sono ricoperte da materiale plastico e con forma ergonomica per rendere il lavoro sicuro (isolato da scariche elettriche) e comodo.
Pinza a pappagallo o da idraulico
Anche in questo caso i tipi di pinze si riferiscono a una determinata professione. Ecco, quindi, il modello a pappagallo che ha una caratteristica importante: la capacità di operare su grandi aree o superfici come bulloni, tubi e snodi di metallo o plastica. Le caratteristiche fondamentali di questa pinza a pappagallo:
- Ampia apertura delle ganasce.
- Lunghe leve da afferrare.
Queste due condizioni permettono di operare in modo efficace su elementi che non si svitano o che devono essere ruotati nonostante la presenza di ruggine che impedisce di svitare i bulloni bloccati.
Pinza autobloccante (grip)
Uno dei tipi di pinze può noti e famosi. La forma particolare rende subito riconoscibile il modello autobloccante che ha una caratteristica specifica: puoi aprire la bocca della pinza variando la vite che si trova nella parte posteriore, poi la chiusura può essere bloccata da una leva che consente di mantenere la posizione con forza.
La pinza grip si usa per risolvere problemi meccanici in cui ci sono elementi che non si svitano o non si sbloccano, ma è fondamentale anche quando hai bisogno di avere le mani libere per svolgere altre operazioni. Non a caso spesso le pinze autobloccanti si usano per le saldature, per mantenere due pezzi di metallo.
Così durante l’operazione non hai distrazioni, puoi concentrarti sul lavoro. Esistono tipi di pinze grip di varie dimensioni e con ganasce di forme differenti, anche pensate proprio per unire due blocchi in saldatura.
Pinza ad apertura inversa
Non tutti i modelli operano nello stesso modo. Ecco perché vogliamo presentare un tipo di pinza molto particolare, con una funzione specifica: ad apertura inversa. Serve a divaricare e non a stringere. Il meccanismo e le molle interne, infatti, permettono di spingere verso l’esterno le estremità e non chiudere le ganasce per afferrare.
Questi modelli di pinze hanno, solitamente, i gambi sottili e circolari che terminano con punte dritte o curve a 45 o 90 gradi. Si usano, solitamente, per togliere e mettere i fermagli dei cuscinetti nei motori. Sono tipi di pinze molto particolari, non servono a tutti ma senza è praticamente impossibile procedere all’estrazione dei cuscinetti.
Per approfondire: come estrarre una vite spezzata
Pinze a becchi lunghi e sottili
Sotto questa categoria rientra una serie infinita di pinze che servono a svolgere compiti anche molto diversi ma la caratteristica strutturale è simile: il becco è lungo e sottile. Solo in alcuni casi presenta una deformazione concava su entrambi i fronti per dare maggiore comodità durante l’uso in determinati contesti di spazio stretto.
Ci possono essere modelli specifici per l’elettronica con gambi lunghi, dritti e longilinei. Altre soluzioni, invece hanno una forma ricurva per aiutare a svolgere determinate operazioni, per modellare o raggiungere punti difficili.